Troppo rumore nei locali: quando il comfort acustico è trascurato

Troppo rumore nei locali: quando il comfort acustico è trascurato

Sarà capitato a tutti, almeno una volta, andare al ristorante, in un bar o in un locale per trascorrere una piacevole serata in compagnia di famiglia e amici e non riuscire a chiacchierare con loro a causa del forte brusio e del troppo rumore. Un problema che sta diventando sempre più frequente, tanto più che il prestigioso New York Times nelle sue recensioni sui ristoranti ha inserito la voce noise level (livello di rumore). A dare una spiegazione del perché i locali, anche quelli di nuova costruzione, sembrino trascurare l'aspetto del comfort acustico è Giovanni Zambon, ricercatore di Fisica applicata all'Università di Milano-Bicocca ed esperto di acustica ambientale.

L'effetto a catena del rumore di fondo

In una recente intervista al Corriere della Sera, il prof. Zambon ha sottolineato come la cultura dell'acustica non sia così diffusa nonostante sia un fattore che se trascurato penalizza molto l'esperienza nei locali. La diffusione del rumore di fondo in un ambiente, spiega Zambon, è dovuta da «un insieme di fattori. Intanto basta che in un luogo ci sia più di una persona che parla per creare un effetto a catena: tutti parlano un po’ più a voce alta. A ciò si aggiunga del rumore di fondo: la musica, il riscaldamento o l’aria condizionata, dei brusii di impianti tecnologici, magari della cucina. Il rumore ha un incremento esponenziale: con queste fonti incrociate si alza già moltissimo». A tutto questo va sommato il fattore arredamento: «Il suono si propaga in tutte le direzioni ed è, come si sa, un’onda: perciò se incontra delle superfici particolarmente riflettenti, che guarda caso sono quelle più usate nei locali, torna indietro amplificando l’effetto di confusione. Le superfici peggiori? Intonaco, vetri, ceramica, soffitti in cartongesso».

Tempo di riverberazione e livelli di decibel

Nella sua intervista il ricercatore universitario ha inoltre sottolineato come il tempo di riverberazione sia un parametro che incide in modo decisivo sull'acustica di un locale: «In un ambiente non trattato con misure fonoassorbenti e particolarmente negativo, cioè ricco di superfici riflettenti, si arriva a 2 secondi, 2 secondi e mezzo, che è moltissimo. Per un buon comfort bisogna rimanere sotto il secondo». Per quanto riguarda invece il livello dei decibel, non si dovrebbero superare i 65 decibel, condizione in cui si riesce a parlare a voce normale, mentre spesso capita di trovarsi in ambienti chiusi, leggermente affollati e sprovvisti di sistemi di correzione acustica arrivando così a 70-75 decibel.  «Basta aggiungere dei rumori di fondo — prosegue Zambon —per arrivare a 80-85. Che è tantissimo: per capirci, la soglia di attenzione negli ambienti lavorativi è fissata per legge a 83 decibel, e si tratta dei capannoni industriali. Cenare in un luogo con questi livelli di rumore non solo è faticoso, diventa veramente impossibile. E purtroppo succede spesso».

Meno rumore e meno stress

I ristoratori e i proprietari di locali che sottovalutano l'importanza dell'aspetto dell'isolamento acustico devono invece prestare molta attenzione a questo elemento che se trascurato può provocare nelle persone una fonte di stress tale da allontanarle dal locale. Proprio per questo, per garantire la migliore esperienza possibile ai propri clienti, è fondamentale intervenire scegliendo soluzioni e materiali per una corretta acustica come quelle messe a punto dal know how e dall’esperienza più che quarantennale di Isolmant. L'azienda, oltre a proporre soluzioni ad hoc per qualsiasi tipo di necessità, ha dimostrato la sua sensibilità sul tema dell'importanza della correzione acustica premiando nel 2018 i ristoratori che hanno compreso con lungimiranza e sensibilità l’importanza di un perfetto comfort acustico assegnando il premio “Miglior attenzione all’acustica in sala” che ha visto vincitori il Filo d’Olio di Ponte Valleceppi, in provincia di Perugia e il ristorante milanese Miyama .