#StayHomeSounds: i suoni del nostro pianeta durante il lockdown

#StayHomeSounds: i suoni del nostro pianeta durante il lockdown

La metamorfosi sonora che sta caratterizzando questo periodo di quarantena.

#StayHomeSounds, ovvero un progetto artistico che punta a raccontare la metamorfosi sonora che sta caratterizzando questo periodo di quarantena. Una mappa “sonora” a cui chiunque può contribuire per testimoniare come i clacson delle automobili, i passi frenetici delle persone sempre di corsa e il vociare della folla abbiano lasciato spazio al silenzio e ai suoni della natura che ci circonda. Dopo le immagini e i video delle città svuotate dalle persone costrette a rimanere in casa, ecco la colonna sonora del lockdown che si arricchisce via via ogni giorno grazie agli audio inviati da ogni parte del mondo.

Lanciato dall'esperto del suono di Oxford Stuart Fowkes, #StayHomeSounds, inserito all'interno di un progetto più ampio chiamato “Cities and Memory”, vanta oggi una playlist composta da contributi provenienti da oltre 37 paesi che testimoniano come le città siano cambiate anche da un punto di vista acustico, con una diminuzione di questo tipo di inquinamento, che permette di ascoltare distintamente il cinguettio degli uccelli, il suono delle campane e molto altro.

Quattro le categorie in cui Fowkes raggruppa i suoni che gli vengono inviati: la prima è composta da suoni legati alla pandemia e che prima non esistevano, come ad esempio le canzoni cantate dai balconi o gli applausi per medici e operatori sanitari dall'Italia, dalla Spagna o dal Regno Unito; la seconda categoria comprende invece i suoni della natura che stanno riemergendo grazie alla diminuzione dell'attività umana, in una riconnessione con l'ambiente che ci circonda. Nella terza categoria di #StayHomeSounds rientrano invece i suoni dei grandi spazi pubblici ora deserti come Times Square a New York o le strade di Nuova Delhi, mentre nella quarta si annoverano i suoni della quotidianità vissuta nelle nostre case.

La Terra ha smesso di far rumore

Con il progetto #StayHomeSounds Fowkes spera che la nuova colonna sonora generata da questa pandemia faccia capire alle persone l’importanza dei suoni e porti a instaurare un nuovo e più profondo rapporto con la natura e il nostro pianeta. Un pianeta che in quasi due mesi di lockdown ha smesso di "far rumore", facendo registrare una notevole riduzione delle proprie vibrazioni, il cosiddetto "rumore sismico" provocato dalle attività umane, circa un terzo in meno di scosse del terreno e tremori vulcanici molto deboli.

Una situazione quasi impossibile in condizioni normali in cui le strade sono invase da auto e camion, i treni sfrecciano ad alta velocità, gli aerei decollano e la piena attività degli impianti industriali produce vibrazioni continue. Un silenzio che consente di percepire tramite i sismometri terremoti di magnitudo 5.5 dall'altra parte del mondo o fenomeni più flebili come il frangersi delle onde sulle coste. L'orecchio umano può godersi i suoni della natura che lo circonda, persino in luoghi da sempre caratterizzati da alti livelli di inquinamento acustico, ridotto in misura sensibile: in Italia, ad esempio, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a Orzinuovi (BS) e a Piacenza ha rilevato una riduzione dei rumori di circa due terzi, mentre nel centro di Torino l’Arpa Piemonte ha registrato una diminuzione di 5 decibel durante il giorno e di 30 decibel la sera nelle strade della movida.

Nostalgia dell’ufficio

Per tutti coloro a cui manca l'ufficio e che ai nuovi suoni che scandiscono le giornate in smart working preferiscono i rumori del proprio ambiente lavorativo, l'agenzia tedesca Kids Creative Agency ha lanciato il sito imisstheoffice.eu che riproduce i rumori tipici di un ufficio. Dai passi ai brusii, dal telefono che squilla alla battitura delle dita sulla tastiera, dai click del mouse allo starnuto di un collega fino al rumore bianco dell'impianto di aerazione: una vera e propria playlist di rumori che un tempo si detestavano e di cui ora si sente la mancanza e di cui in alcuni casi si necessita per la propria concentrazione. Con “I miss the office” è così possibile attivare i rumori cliccando sugli oggetti visualizzati, come poltrone, sedie e dispositivi hi-tech, mentre nella stanza virtuale possono apparire anche fino a dieci colleghi per catapultarsi con un semplice click e anche solo per un attimo nel proprio ufficio.