Pubblicato il 05/08/2018
Mai sentito parlare di sinestesia? Con questo nome si allude a un processo comunicativo che coinvolge più sensi nello stesso momento, sensi che inevitabilmente finiscono con l’influenzarsi reciprocamente. Ciò vuol dire che si finisce con l’associare a un nome proprio o comune un colore, alle parole un profumo e a un suono un sapore.
Se da un lato leggere la parola “caffè” può richiamare automaticamente l’intenso profumo dell’arabica e soffermarsi sull’espressione “erba fresca” fa affiorare alla nostra memoria olfattiva l’odore dell’erba appena tagliata, associare un sapore a un suono richiede senza dubbio più fantasia.
Una giovane ragazza di Edimburgo, tale Annie Bird, ha suscitato grande sorpresa: la studentessa sosteneva di percepire dei sapori mentre ascoltava determinate parole o canzoni. Se udendo la parola “sinistra” le sembrava di degustare patatine fritte, sentendo il termine “giudice” le pareva di assaporare né più né meno che la consistenza del pane raffermo.
Tale fenomeno riguarda una percentuale di persone piuttosto esigua, parliamo all’incirca dello 0,05-4% della popolazione. Inoltre, si è riscontrato che i soggetti più interessati sono da sempre artisti e letterati.
“Questo brano sa di pizza”: il cervello e le aree sensoriali
Nel 2013 è stato condotto un esperimento per il quale 11 soggetti hanno associato colori a parole, in modo pressoché simile. Si è scoperto curiosamente che, durante l’età infantile, 10 di loro avevano utilizzato lo stesso gioco costituito da lettere magnetiche colorate. La sinestesia quindi è da imputare non di certo a qualche ritardo mentale, tutt’altro.
Da numerose ricerche è emerso che i soggetti sinestetici presentano un’intelligenza medio-alta. Il terreno nel quale questo meccanismo percettivo affonda le proprie radici è ancora inesplorato, tuttavia si pensa possa dipendere da una stretta afferenza comunicativa tra le aree sensoriali del cervello. Le cause quindi sono da ricercare in motivazioni genetiche o legate all’apprendimento.
I rumori molesti, un cibo troppo salato
Sappiamo che gli individui sinestetici in passato non sono stati pochi: Van Gogh, Stewie Wonder, Marilyn Monroe, Kandiskij sono solo alcuni degli artisti coinvolti dal fenomeno.
Certo, se facessimo uno sforzo d’immaginazione, probabilmente anche loro, al giorno d’oggi, sopraffatti dal caos cittadino e dai rumori molesti farebbero fatica a distinguere colori e sapori. Supponiamo di trovarci in un locale gremito di gente urlante: potreste mai associare a questa circostanza il sapore di un delicato soufflé? Difficile. Più appropriata sarebbe invece la sensazione di trangugiare una minestra dal gusto troppo “carico”.
Non aspettare oltre: se la tua quotidianità ha il sapore di una zuppa eccessivamente salata, Isolmant, grazie all’efficacia dei suoi prodotti, può addolcirne il gusto in men che non si dica.